Alcuni imprenditori italiani, hanno sposato un'idea di Carlo Marchegiano, ed insieme all'ideatore, partecipano alla formazione del programma radiofonico "Spazio Italia" in onda ogni primo lunedì del mese alle ore 18.00, trasmesso da Radio Timisoara (FM 105,9Mhz). Politica, cultura, economia, cucina, musica...

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mercoledì 24 dicembre 2008

Democrazia


Molto da dire, molto da scrivere, ma un solo slogan. 
Viva la democrazia. 
È sempre più evidente quanto distanti siano gli uomini che governano le nazioni, Romania compresa, dagli uomini che li hanno votati. Il costrutto democratico ha radici millenarie, non si basa su concetti difficili da comprendere, solo che la loro attuazione sarebbe troppo elementare e darebbe pochi spazi d’azione a coloro i quali, nella politica e della politica, hanno fatto un mestiere, spesso molto redditizio. Noi veniamo da una Nazione la quale ha allevato dopo aver generato nei secoli, sa pi di tolleranza e di democrazia, ma anche da noi questi fondamentali principi del vivere sociale, sono stati travisati, distorti e derisi, arrivando a creare degli assurdi grotteschi ed altrettanto pericolosi. La nostra tolleranza si sta trasformando in vile sudditanza agli occhi delle minoranze che, forti della nostra debolezza, stanno imponendo, con l’arroganza di coloro i quali sono abituati ad usare la forza per ottenere consenso, logiche che non hanno nulla di accettabile. Il più grave pericolo è perdere l’identità, cadere nell’oblio dell’accettazione a tutti i costi delle diversità facendole diventare più importanti delle normalità. Ci si dimentica che il rispetto per le minoranze non significa offendere coloro i quali sono o rientrano nella normalità. Chi si avvicina per scelta o per dovere alle nostre lande, deve accettare le nostre regole, se gli convengono, o non venire od andarsene. Così come noi dobbiamo accettare, ed accettiamo, le regole del Paese che ci ospita, tutti devono accettare e rispettare le regole dei Paesi che li ospitano. Non c’è campanilismo, non c’è ombra di xenofobia, anzi, c’è la ricerca continua di una strada, di molte strade, per arricchire il nostro sapere e per allargare i nostri orizzonti, attingendo e scambiando le nostre culture con quelle di altri Paesi, di altri mondi terrestri. Nessuno di noi vuole abbandonare la propria identità, la propria storia, il proprio passato per abbracciare ad occhi chiusi le regole, gli usi, le religioni e le ideologie, di altri solo perché non farlo, a detta di alcuni, significa non rispettare. Questa è un’aberrazione senza eguali. Dove la logica vuole solamente ricercare la strada della comprensione nel rispetto di quelle regole che la maggioranza ha scelto utilizzando la Democrazia quale veicolo amalgatore, non c’è spazio per ragionamenti di stampo estremistico e fondamentalistico. Vogliamo mantenere e coltivare la nostra identità di cittadini di chicchessia e di qualsivoglia nazione, arricchendo il nostro patrimonio umanistico, culturale, sociale ed economico comprendendo ed accettando l’ospite avendo la piena convinzione di essere compresi ed accettati, ma sempre nel rispetto delle regole esistenti. Se queste si riveleranno inadeguate, democraticamente, le cambieremo.

Memo Rivolsi

venerdì 19 dicembre 2008

Nuovo Governo, vecchie storie.


Ieri sera si sono messi d'accordo.
Certo, commenterebbe qualcuno, quando hai un partner che pone come condizione "o si accetta l'opzione così come l'abbiamo formulata, oppure ce ne andiamo...." sarebbe stato difficile non accettarla. I nomi sono quelli che abbiamo visto sia in passati Governi, sia in altre storie un po' meno edificanti. La Romania, ed i Rumeni, sembra abbiano una memoria molto corta, ma questo a noi poco interessa. Quello che desideriamo sapere è di quale "morte dobbiamo morire", quali nuovi gabelli e nuove opzioni saranno offerte al desco delle società rumene, per continuare a partecipare alla vita economica del Paese, visto che l'alleanza che ha preso piede, dovrà, senz'altro, offrire una soluzione alle politiche sociali del PSD.
Le casse sono vuote, il Ministero delle Finanze ha ottenuto un grosso credito dalle banche nei giorni scorsi. Il cambio del Ron con le valute forti fatica a rimanere sotto la soglia psicologica del 4 contro 1 erodendo risorse preziose, quando forse era molto meglio svalutare qualche mese orsono. I posti di lavoro cominciano a scarseggiare, e gli emigranti a tornare a casa. Il gettito fiscale a novembre, anno su anno, è stato minore del 20%.
Solo queste note basterebbero a far rizzare i capelli in testa a chiunque con un po' di granum salis. Se a tutto questo, ed altro che non enuncio per non annoiare, dovessero aggiungersi le cosiddette manovre sociali... chi le pagherà?

Gianluca Testa